IL CENTRAVANTI CHE CI VOLEVA! Colpo di mercato! La Roma ha ufficializzato oggi l'ingaggio di Luca Toni. Resi noti i termini dell'accordo con il centravanti ex Bayern. «L'A.S. Roma S.p.A. rende noto di aver perfezionato il contratto economico per le prestazioni sportive del calciatore Luca Toni, con effetti a decorrere dalla data odierna a tutto il 30 giugno 2010. L'accordo raggiunto prevede, per il suddetto periodo, il riconoscimento in favore del calciatore di un emolumento lordo di 3,1 milioni di euro, oltre a premi individuali al raggiungimento di predeterminati obiettivi sportivi». Leggi il comunicato ufficiale sul sito AS ROMA.
BURDISSO, BRIGHI E... BUONE FESTE ! Tutto con la B... in una strana concomitanza di eventi che ci riguardano direttamente se pensiamo agli odierni goleador giallorossi e "di riflesso" se guardiamo l'altrui classifica. Quella dei "NOOOO... NON È GIUSTO BOYS " per la precisione. Una consonante che nella loro ultracentenaria tradizione compare ben 11 volte e che almeno per ora, sembra essere ampiamente alla loro portata... chissà.
Noi invece, con la vittoria di oggi raggiungiamo il Parma al quarto posto e arriviamo a due punti dalla Juve terza, sconfitta (in casa) dal Catania ultimo in classifica. Ciro Ferrara appare sempre più in bilico, ma... a noi non ce ne frega niente.
Con la vittoria di oggi si consolidano certezze in casa Roma: la ritrovata affidabilità della difesa, il carattere di un gruppo che appare unito più che mai e il ritorno di alcuni protagonisti a livelli più che buoni. Il commento di Ranieri a fine partita ci trova tutti d'accordo: “...peccato fermarsi proprio adesso..” una sosta natalizia che arriva sicuramente nel momento meno opportuno. Le due settimane di stop interrompono il nostro momento magico e visti i precedenti, non siamo affatto tranquilli. Bisognerà assolutamente invertire la tendenza che negli ultimi anni ci vede non proprio "brillanti" dopo la sosta natalizia. Alla ripresa il 6 gennaio andremo a Cagliari e poi affronteremo in casa il Chievo, due squadre che come noi stanno vivendo un buon momento e lo stop danneggia sicuramente anche loro...
Staremo a vedere.
Nel frattempo, BUONE FESTE e AUGURI A TUTTI !
DUE BELLE NOTIZIE!
Nel giorno dell’ufficializzazione del rinnovo del contratto con Francesco Totti (con noi fino al 2014 e... oltre), chiudiamo con una vittoria la fase a gironi di UEFA Europa League.
Un rotondo 3-0 in casa della scarsissima CSKA Sofia, seconda nel proprio campionato, ma ultima ad 1 punto in EUROPA LEAGUE, ci consente di chiudere il girone E al primo posto. La Roma sarà quindi testa di serie venerdì nel prossimo sorteggio di Nyon.
LA GIOVINE ROMA
Ranieri fa riposare molti titolari in vista della prossima importante sfida in campionato col Parma. Lascia a casa il Capitano, Vucinic, Taddei e Menez (squalificato in Europa) e al Vasil Levski National Stadium, schiera le "seconde linee". Giovane formazione che comprende solo cinque dei big utilizzati di solito (De Rossi, Pizarro, Burdisso, Riise e Perrotta), ma che alla fine vince con autorità, nonostante un inizio stentato. Doppietta di Alessio Cerci, a coronamento di una buona prestazione del giovanotto, che giunge fra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo e grande esordio di Filippo Maria Scardina, direttamente dalla Primavera, che realizza il terzo gol all' 89'.
Test sicuramente poco attendibile, data la suddetta scarsezza dell'undici bulgaro, ma sicuramente di buon auspicio per il futuro. Di Cerci e Okaka ne sappiamo già, ma quei due ragazzini classe '92 (Pettinari e Scardina) entrati negli ultimi minuti a risultato già acquisito, ci hanno decisamente ben impressionato. BRAVI !
MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO? Bicchiere mezzo vuoto se pensiamo all'occasione persa in chiave quarto posto. Con una vittoria stasera, in classifica saremmo quinti da soli, non in condominio con la Samp stessa e ad un solo punto dal Parma quarto. Quel Parma, squadra-rivelazione del campionato, che verrà all'Olimpico domenica per una sfida che evoca ricordi... Bicchiere mezzo pieno se invece guardiamo le assenze (Pizarro, Mexes e Menez) e le attenuanti di una trasferta su un campo non proprio facile, viste le due precedenti sconfitte patite dai blucerchiati, necessariamente desiderosi di riscatto davanti ai proprio tifosi.
Buona, tutto sommato quindi, la prestazione fornita oggi dalla squadra. Buono l'atteggiamento e l'approccio alla partita da parte di tutti. Il rischio era quello di vedere in campo strascichi dei festeggiamenti post derby, vittoria invece già metabolizzata dalla compagine giallorossa, evidentemente conscia di aver battuto una quasi retrocessa.
LA PARTITA
Un primo tempo dove le due squadre si sono equivalse nel gioco e nelle occasioni create. Atteggiamenti speculari non tanto negli schieramenti in campo, quanto nel modo di interpretare la partita. Entrambe si affrontano a viso aperto e lo spettacolo ne risente positivamente. Alla fine dei primi 45' un paio di nitide occasioni per noi e un paio per loro.
Ma alla ripresa delle ostilità, per la prima mezzora, c'è stata solo una squadra in campo: la ROMA. Occasioni e predominio assoluto, ma purtroppo niente gol. Delneri mischia le carte e cambia modulo per fronteggiare gli attacchi giallorossi. È la mossa giusta e alla fine il pari premia le sue scelte.
Lasciamo così 2 punti a Marassi senza centrare quella vittoria che avremmo meritato, ma fornendo tutto sommato una buona prestazione che fa ben sperare. Grandi numeri per la Roma nelle ultime 6 partite: 4 vittorie e 2 pareggi.
NOI A UN PUNTO DALLA CHAMPIONS... LORO A UN PUNTO DALLA SERIE B
Una partita bruttina,
di fronte due squadre con prerogative, atteggiamenti e ambizioni diverse. Noi col "tridente" d'attacco delle ultime partite, loro con un 6-3-1 che sa di antico. Noi a tentar di far gioco pur con le gambe bloccate dalla tensione, loro a difendere e basta, affidandosi in avanti al solo Zarate, solo anche per sua indole (nun te passa 'na palla, manco se stai solo davanti alla porta vuota). Dicevamo dei nostri, stranamente "bloccati" dalla tensione e dalla paura di sbagliare in una partita sentitissima a livello emotivo. In pochi si scrollano di dosso il pensiero e giocano in maniera "tranquilla". Alla fine vinciamo giocando praticamente in 4 contro 11... forse è quello il motivo di un risultato così striminzito. Il fatto di non aver segnato 4-5 gol a questa squadra di zampognari, inferiori sulla carta e sul campo, di non aver infierito, ma aver dato loro modo di accarezzare il sogno di un pari per oltre 75' e addirittura di una vittoria grazie all'unica pallagol concessa e giunta solo in seguito ad un nostro errore a metà campo, è forse l'unico rammarico di questa serata che a nostro avviso doveva concludersi con un "tanto a poco", ma che invece ci costringe ad accontentarci di un semplice 1-0. Come direbbe Guidone De Angelis: NOOOOOO... NON è GIUSTOOOOO. Una frase che è già un cult su youtube e non solo, al pari se non meglio del "...ci siamo fatti abbindolare" pronunciata nel derby dell'anno scorso in occasione del gol di Baptista.
Giusto o non giusto (per noi assolutamente giustissimo), abbindolati o non abbindolati, resta il fatto che col risultato di oggi, la Roma sale al quinto posto in classifica a un punto dal quarto posto e loro, gli zampognari, restano ad un punto dal Baratro. Per l'occasione ecco lo sfondo per il desktop by Romamor.
OBIETTIVO QUALIFICAZIONE RAGGIUNTO
Con la vittoria di oggi, la Roma si qualifica per i sedicesimi di finale di Europa League. Addirittura con un turno di anticipo, cosa che nessuna squadra italiana impegnata nella competizione è riuscita a fare. Il Genoa (7 punti) dovrà giocarsi il passaggio nella prossima sfida a Marassi col Valencia (9) confidando in un esito a lei favorevole, ma poco probabile, nell'altra partita tra Lille (7) e Slavia Praga (3) già eliminata. La Lazie invece addirittura eliminata con un turno di anticipo, grazie alla sconfitta patita ieri col Salisburgo... sarà stata colpa delle troppe palle di Mozart ?
LA PARTITA
Un'altra rimonta, oramai sembra essere una sorta di marchio di fabbrica della Roma di Ranieri.
All'inizio una Roma
compassata, stranamente ferma sulle gambe, incapace di fronteggiare con efficacia le azioni degli svizzeri, che sembrano andare ad un'altra velocità rispetto a noi. Forse il pensiero di qualcuno è rivolto al prossimo derby di domenica, chissà... Puntuale come un orologio (svizzero ?!?) arriva quindi il gol. Alla prima conclusione nello specchio della porta, come accade ormai quasi sempre. Difesa poco attenta, per non dire assente e una normale azione di alleggerimento si trasforma in una palla gol che Huggel trasforma approfittando della dormita generale.
La sveglia per la Roma suona proprio in quel momento e dopo un paio di minuti passati a stropicciarsi gli occhi e stiracchiarsi, iniziamo a vedere qualcosa. Su tutti Vucinic sembra imprendibile sulla sinistra, Perrotta inarrestabile nel suo ruolo di incursore centrale, De Rossi mascherato ricorda un supereroe e Pizarro dirige l'orchestra finalmente da par suo. Ora la Roma ha in mano le redini del gioco e le occasioni per il pareggio fioccano. Tutte fallite di un soffio, fino a quando una plateale trattenuta in area sul Capitano induce Chapron a decretare il calcio di rigore. Dal dischetto il Capitano non fallisce e pareggia il conto: 1-1.
C'è spazio per altre occasioni giallorosse, ma dobbiamo arrivare al 13' del secondo tempo per vedere la palla finire in rete. Un gol straordinario per costruzione e finalizzazione quello di Vucinic. L'azione parte dalla metà campo, con Menez che di tacco libera il Capitano, tocco di prima verso il centro per De Rossi, che sempre di prima effettua un assist per l'accorrente Vucinic, il quale di esterno sinistro lascia partire un tiro che si infila nell'angolo basso sul primo palo. Un gol che da solo vale tutta la partita! Paragonabile secondo noi a quello di Cerezo nella partita col Goteborg 83-84.
Dopo "la perla" altre occasioni per noi, ma a onor del vero, anche per il Basilea, che si vede negare il gol per almeno due volte da un super Julio Sergio e dalla traversa.
Ma tant'è: Roma prima del girone e qualificazione centrata!
E adesso pensiamo al derby.
MA ANCORA NON CI PIACE
Roma sprecona (come al solito), con Vucinic che si divora un gol “fatto” dopo neanche 10 minuti e ingenua (come al solito), punita al primo tentativo in porta dell'Atalanta. Dopo un inizio totalmente romanista infatti, al 13' Ceravolo (non Van Basten) approfitta del buco lasciato da Motta (qualcuno un giorno dovrà pur ricordarlo al giovanotto, che un terzino deve anche difendere) sulla nostra destra difensiva, entra in area superando il rientrante Juan e brucia l'incolpevole Julio Sergio. Fin qui il più immeritato dei vantaggi, ma nella testa dell'ex ducapelli Conte sarà senz'altro balenata “l'idea meravigliosa” di fare bottino pieno e dopo il gol e il conseguente momento di appannamento giallorosso, anche i suoi sembravano essere convinti della possibilità. Progetto che però non veniva appoggiato dalla compagine giallorossa, la quale minuto dopo minuto riprendeva il comando delle operazioni e soprattutto da Vucinic che al 44' vanificava prima con un colpo di testa vincente i sogni di gloria atalantini e poi fornendo a Perrotta (straordinario anche oggi) l'assist, al 19' del secondo tempo, per il meritatissimo raddoppio giallorosso.
In mezzo tanta Roma, tante occasioni fallite di un niente e (come al solito), tanta paura nel finale, quando l'Atalanta sparava le ultime cartucce e la Roma subiva senza mai riuscire a sfruttare in contropiede le praterie lasciate inevitabilmente libere dai bergamaschi. Da annotare alla fine le proteste nerazzurre (antipatici oltre che nei modi, anche nei colori) per un presunto fallo da rigore di Juan su Tiribocchi.
Fermo restando che trattasi di rigore non proprio solare, del tipo che "..si potrebbe dare", così come "..si potrebbe non dare", ad ogni modo, per pareggiare i conti con noi ce ne dovranno regalare almeno un migliaio. Per cui: Mirko, Simone e... tutti a casa!
UN CAPITANO DA FAVOLA! Alla faccia di chi ancora dice che è un giocatore finito, che non può più fare la differenza, che non è mai decisivo e soprattutto che alla sua età non merita un contratto da 5milioni l'anno... "Alla faccia vostra e de tutti li laziali!" direbbe Albertone. E proprio così, con un sentitissimo "ALLA FACCIA VOSTRA!" salutiamo calorosamente tutti quelli che non perdono occasione per denigrare IL CALCIATORE PIÙ FORTE DELLA STORIA DELLA ROMA il quale, al rientro dopo un mese e mezzo, vi saluta alla sua maniera, con tre squilli di tromba, tre quadri d'autore, tre schiaffi in faccia a tutti voi invidiosi, incompetenti e irriconoscenti di questa terra. Tutta nostra invece, di noi malati di CAPITANISMO CRONICO, la gioia di rivederlo in campo, protagonista unico e straordinario come sempre.
IL CORAGGIO DI RANIERI
Nella giornata della rinuncia all'ancora convalescente De Rossi e contro la miglior difesa d'Italia (baresi fino a ieri con solo 7 gol al passivo) Ranieri schiera una Roma tutta a "trazione anteriore".
Un 4-3-2-1 con Vucinic finalmente a sinistra dell'attacco e Menez dall'altra parte, a completare lì davanti col rientrante Capitano quel trio di piedi buoni che tutti sognavamo.
Spiazza tutti preferendo in porta Julio Sergio a Doni e schierando Andreolli invece di Burdisso al centro della difesa con Mexes. Sistema Burdisso a destra della linea difensiva, che si completa col solito Riise dalla parte opposta. A centrocampo Pizarro con Perrotta e Brighi, a formare una linea mediana "testa e polmoni" pressochè perfetta.
Unico insufficiente, a nostro avviso oggi, proprio
"l'apparato difensivo". Burdisso non proprio perfetto a destra e Andreolli quantomai "distratto" ci sono costati un gol (autorete di Andreolli, appunto) e una serie di pallegol che solo uno strepitoso Julio Sergio (migliore in campo alla pari di Totti) ha evitato che si tramutassero in gol per il Bari.
Qualcosa da rivedere quindi, ma senz'altro BRAVI TUTTI!
È MORTA FLORA VIOLA
ROMA, 10 novembre. È scomparsa oggi all'età di 86 anni, Donna Flora, moglie dell'indimenticato Dino Viola, Presidente del secondo scudetto della nostra storia. Alla morte del marito, prese in mano le redini della società giallorossa, con lei alla guida la Roma vinse una Coppa Italia.
SOLITA STORIA
L'Inter chiude immeritatamente in pari e guadagna un punto in una partita che in "condizioni normali" l'avrebbe forse vista soccombere di fronte ad una Roma non perfetta sicuramente, ma alla quale manca sicuramente "qualcosa" stasera. Qualcosa che l'arbitro di oggi, quel Rocchi di Firenze superstite al pari di altri illustri fischietti delle cronache di calciopoli, le ha negato con una conduzione di gara completamente pro-inter.
Falli intenzionali, a volte gratuiti, ma sempre volontari, atti a interrompere ripartenze, o azioni giallorosse comunque pericolose, mai puniti a dovere. I vari Muntari, Thiago Motta, Vieirà, (sostituiti da Mourinho dopo essere stati ammoniti, sarà un caso?) Stankovic (ammonito nel secondo tempo al 17', ma meritevole già molto prima..) e poi Balotelli (fallo su Pizarro e nemmeno ammonito!) avrebbero meritato qualcosa di più di una sola ammonizione. La squadra di Mourinho con un altro fischietto stasera, avrebbe finito la partita in 10 o in 9... e De Rossi costretto ad uscire con una frattura allo zigomo, gentile omaggio di Vieirà e del suo gomito, è un'altra storia...
FINALMENTE! Ranieri davanti alle telecamere, senza peli sulla lingua, esprime tutto il suo disappunto, facendo presente a tutti quanto la Roma sia stata danneggiata da un arbitraggio esageratamente di parte. Da Gazzetta.it: "..E’ stata un’ottima Roma, abbiamo creato tanto, li abbiamo messi in difficoltà. Loro hanno fatto il doppio dei falli di noi: va bene il gioco fisico, ma ne abbiamo prese tante, troppe". Sotto accusa il presunto fallo sistematico degli interisti: "Volevamo osare di più, ma ogni volta che andavamo via a centrocampo erano falli continui. Sono grossi, potenti e prepotenti, se gli si permette di farlo e non li si ammonisce, non li si caccia, succede questo. A me è sembrato un atteggiamento scientifico. C’era una squadra che giocava a calcio contro un’altra che faceva sempre falli tattici. E mi sorprende che Mourinho si lamenti dell’arbitro. Non c’è più religione". FINALMENTE!
Montali comunica la decisione della Società di non lasciar partire i Brasiliani convocati da Dunga. Juan e Doni non partiranno quindi per le amichevoli col Brasile, ma resteranno a Trigoria per curarsi. La situazione di Doni non è molto chiara, ma quella di Juan sembra essere quella da noi denunciata in settimana, quando contestavamo l'indisponibilità del centrale difensivo per la sfida di Europa League e per la trasferta di Milano, salvo poi rendersi disponibile alla chiamata della sua nazionale. Brava Roma! Era ora !
Grinta, carattere, caparbietà: qualità che sembrano proprie di questa Roma, viste le tante rimonte dopo essere passati in svantaggio, l'ultima stasera. Tenerezza invece, è il sentimento che ci ispira il veder provare, riprovare, provare e riprovare uno straccio di giocata, di passaggio, di cross, o di tiro in porta, ottenendo sempre lo stesso mediocre risultato: palla all'avversario. Da una rapa non si può cavare sangue, è il concetto che anche stasera emerge e che oramai ci siamo rassegnati a sopportare, coscienti del fatto che sia impossibile pretendere risultati apprezzabili da chi, in questo momento, ci sembra palesemente incapace di produrne anche di solo accettabili.
LA PARTITA
Ranieri mette in campo una formazione che risente di un turnover forzato, a causa dei problemi fisici di alcuni e probabilmente dalla necessità di risparmiare altri, in vista della trasferta di domenica a Milano. Qualche titolare in meno quindi e diverse situazioni inedite o quasi, non proprio funzionali. Troviamo Cicinho "esterno alto" che ben marcato, riesce a disimpegnarsi raramente; troviamo Andreolli al centro della difesa, spesso in difficoltà nell'uno contro uno, anche dopo il rigore provocato; troviamo la coppia d'attacco Okaka-Baptista che insieme in questo momento, non ne fanno uno buono; e poi troviamo un "esterno alto di ruolo", quel Guberti miglior giocatore della serie B dell'anno passato, che riesce spesso nell'intento di distruggere tutto ciò che di buono riesce a creare: i suoi dribbling ubriacanti finiscono per ubriacare lui, con il suo avversario che se ne va palla al piede...
Pertanto, un primo tempo che per pudore definiamo insufficiente e nel quale prendiamo gol al 19', in quella che è stata la prima (e per certi versi unica) sortita avversaria: un rigore che l'arbitro assegna per fallo di Andreolli (ammonito per questo) su Kamarà. La "reazione" all'inaspettato svantaggio è rappresentata da un colpo di testa di Mexes al 33' che non trova la porta e da un tiro dello stesso francese, sul finire del tempo, deviato con un braccio da Paintsil in area. Rigore sacrosanto che l'arbitro, ben coadiuvato dai suoi collaboratori, non vede. Il primo tempo finisce praticamente qui, tra le inutili proteste giallorosse.
Si torna in campo con Taddei al posto dello spaesato Cicinho e con Julio Sergio in porta al posto del nuovamente infortunato Doni. La "scossa" c'è, ma la chiave di tutto sembra essere l'espulsione, per Hodgson esagerata, ma senz'altro giusta a termine di regolamento (fallo intenzionale da dietro) di Nevland, per fallo su De Rossi. Decisione (l'spulsione) sulla quale l'arbitro non ha esitato un momento, memore forse dell'errore sul calcio di rigore negatoci alla fine dei primi 45'...
In 11 contro 10 la Roma si riversa nella metà campo avversaria, lasciando solo qualche timido contropiede agli inglesi. Ci provano Taddei, Cassetti, Guberti e Baptista, ma la mira non è mai precisa. La vera svolta è al 20' l'entrata di Menez al posto di Guberti. Il francese pungolato e stimolato continuamente da Ranieri (la sua zona di competenza, a sinistra dell'attacco giallorosso, è in pratica davanti la panchina e quindi a "portata di voce") non sembra essere particolarmente ispirato, ma gli avversari non se ne accorgono...
Il gol di Riise al 24' suona la carica, è la riscossa giallorossa. Vogliosi e determinati, pur senza una manovra fluida, arriviamo al raddoppio con Okaka dopo 7'.
Da lì in avanti la Roma controlla le timide reazioni del Fulham e porta a casa 3 punti importanti per il prosieguo del torneo. Ultimo episodio, in pieno recupero, altro fallo da dietro, altra espulsione per il Fulham e altra incazzatura del sempre meno inglese negli atteggiamenti Hodgson. Eh già, siamo proprio una squadra che gode di protezione in Europa.
CONSIDERAZIONI
La squadra sembra senza idee, senza gioco, in confusione mentale. Nessuno si smarca, nessuno detta il passaggio, chi ha la palla tra i piedi non sa che farci e spesso la regala all'avversario. Tentativi apprezzabili di "ricerca del bandolo" vengono dai piedi e soprattutto dalla testa pensante di Pizarro, che anche per Ranieri (oltre che per noi) sembra essere una pedina fondamentale in questo centrocampo. Insostituibile al pari del Perrotta ultimo scorso, di De Rossi, Riise, Burdisso, Mexes e del Capitano.
Negli insostituibili per quanto ci riguarda non trova e forse non troverà più posto Juan. Eterno infortunato, raramente disponibile per la Roma, ma stranamente sempre e comunque presente alle convocazioni della Selecao. Dopo aver "presenziato" per 45' alla partita di domenica col Bologna, è di nuovo assente stasera e in dubbio per domenica a Milano. A questo punto, se dopo i ripetuti forfait in giallorosso, dovesse rispondere sì a Dunga, ci piacerebbe veder prendere posizione alla società. Un bel "fuori rosa" sarebbe senz'altro gradito... che sognatori che siamo.
IN CONCLUSIONE
Come dicevamo all'inizio di questo commento, nella Roma c'è grinta, carattere, unità e soprattutto c'è "GRUPPO". Basta vedere i festeggiamenti dopo i gol o alla fine della partita, salutati come una vittoria della Coppa del Mondo. Non solo i romani quindi, un tempo si diceva che fossero loro l'anima di questa Roma, adesso sono molte le "anime", sono molti i segnali di non gradimento di questa situazione e di voglia di riscossa. Il calcio alla bandierina di Perrotta dopo il gol vittoria col Bologna domenica, con tutta la rabbia sfogata in un gesto che sicuramente non gli appartiene, è uno di questi. John Arne Riise, il norvegese ormai entrato nei nostri cuori, che dopo il suo gol dice: "DAJE! ... DAJE!" ai compagni, è già storia.
DAJE ROMA DAJE !!!!
ERA ORA! Tre punti sicuramente d'oro per la classifica e che risollevano in qualche modo anche il morale della squadra, ma che di certo non placano il dissenso e la contestazione dei tifosi.
Clima ostile per tutti i 90' con fischi per tutti i giocatori e cori all'indirizzo della proprietà e dei “mercenari” in campo. Un’aria pesante sicuramente percepita dai giocatori, timorosi e impacciati come raramente li abbiamo visti, attanagliati dalla paura di sbagliare, beccati ad ogni minimo errore e addirittura fischiati anche in occasione dei gol. Atteggiamento quest'ultimo della curva che rispettiamo, ma che non riusciamo a condividere. Non esultare al gol della propria squadra per noi è inconcepibile.
Si arriva così all'esultanza rabbiosa in occasione del gol-vittoria, di Simone Perrotta che schianta la bandierina del corner con un calcio e ripaga con la stessa "moneta" i suoi contestatori-detrattori. L'ammonizione è sacrosanta, ma il gesto è da capire.
È finito quindi il "digiuno" in campionato. Si torna finalmente a vincere e torna al gol anche Vucinic, a digiuno da sei mesi. Dopo il tris di sconfitte inanellate ultimamente, arrivano tre punti importanti, ma i problemi in casa giallorossa restano. Una boccata d'ossigeno che ci voleva, ma la prossima partita contro l'Inter dovrà dare ben altre risposte...
La cronaca di questa domenica registra anche la comparsa nel settore "distinti sud" del nostro stendardo. Il momento non era forse dei più opportuni per esibire vessilli, qualcuno potrà pensare, ma siamo tutti bravi a tirar fuori le bandiere quando va tutto bene...
MA LA ROMA DOVE STA ? Tre passi indietro rispetto a quanto fatto vedere nelle prime partite della gestione Ranieri. Con quella di stasera, sono infatti tre le sconfitte consecutive per la Roma in campionato. Una di più di quelle giunte all'inizio sotto la gestione Spalletti, dimissionario dopo la seconda consecutiva...
I motivi, a parer nostro, sono sempre gli stessi, legati ad una condizione fisica che ultimamente si è fatta preoccupante. Gli errori sotto porta, o in fase di appoggio, gli infortuni a catena e la scarsa vena di molti, sono (sempre secondo noi) conseguenza dei problemi fisici. Ci hanno insegnato che se le gambe non girano, anche la testa ha i suoi problemi e l'espulsione di un isterico Taddei che prende a parolacce il guardalinee in maniera vistosa e impietosamente documentata da inquadrature HD, ne è proprio l'emblema.
Continua quindi lo "sfascio" fisico della Roma. Il Capitano fuori per almeno un mese dopo il ritardato (se la decisione fosse stata presa subito, l'avremmo avuto in campo molto prima) intervento al ginocchio destro; nell'immediata vigilia di Udinese-Roma c'è Menez out al pari di Pizarro e Riise, ai quali si aggiunge all'ultimo momento Burdisso (e che è più fesso lui?); in partita guai fisici anche per Cassetti che deve uscire dopo un quarto d'ora del secondo tempo e per Motta che lo segue dopo 10 minuti. Un'altra ecatombe, come l'anno scorso, i cui superstiti sono spesso costretti a giocare in non perfette condizioni, uno su tutti Vucinic, le cui prestazioni provocano la bestemmia sistematica...
E pensare che l'anno scorso “qualcuno” contestava l'operato di Brozzi...
Nonostante il preambolo però, nei primi 20' e per gran parte della partita (perlomeno fin quando si era 11 contro 11) s'è vista solo la Roma.
Il paradosso è proprio nel fatto che i gol dell'Udinese sono arrivati nei momenti migliori, giallorossamente parlando.
Detto dei primi 20' nei quali i friulani non riuscivano ad uscire dalla propria metà campo, schiacciati dal gioco orchestrato dalla banda Ranieri e graziati dai vari De Rossi, Vucinic e Brighi, ecco al 21' il lampo di Floro Flores che devia in maniera perfetta, di testa, una punizione pennellata da D'Agostino. La Roma sbanda nei 15' successivi, ma riprende il comando delle operazioni e sfiora il pari con Motta su cui Handanovic compie un semi-miracolo. Il meritato pari arriva dopo qualche minuto, al 42' con De Rossi che ribadisce in rete la respinta di Handanovic su colpo di testa di Juan. Si va al riposo in parità, ma in “vantaggio morale”.
La ripresa inizia con la cazzata di Taddei che reagisce alla mancata concessione di una punizione, prendendo a parolacce il guardalinee (l'aveva già fatto nel primo tempo) e meritando il rosso diretto. Roma in 10 al minuto 3 del secondo tempo. Ora è l'Udinese ad avere sempre il pallino del gioco. La Roma si limita a controllare e tentare qualche timida ripartenza, con il sempre più timido Vucinic “vertice alto”, preso inesorabilmente in mezzo dai difensori friulani. Si arriva al 33' quando D'Amato ristabilisce la parità numerica mostrando il rosso all'udinese Basta. Il paradosso anche qui, con la Roma non più in affanno e che tenta addirittura il colpaccio, vista la formazione a quel punto sbilanciata dell'Udinese, ma che viene colpita al 39' ancora da Floro Flores, ancora su palla inattiva, ancora di testa. C'è spazio per qualche timido tentativo di reazione, ma anche per il contropiede friulano, su tutti una pennellata di Di Natale fuori di un niente, ma che sarebbe stato sinceramente troppo stasera.
E COME TI SBAGLI ?!?! Alzi la mano chi non pensava ad una resurrezione dell'ultima in classifica e per molti già defunta Livorno, per di più allenata da appena qualche giorno dal romanista Cosmi, al cospetto della Roma di oggi.
Grandi motivazioni sicuramente, nella squadra che cambia allenatore, ma grandi demeriti nei nostri, mai incisivi nè pericolosi.
La fortuna non ci aiuta sicuramente, ma le ballerine del Moulin Rouge che scendono in campo per "difendere" i nostri colori, ci mettono molto del loro...
Orfana del Capitano e all'ultimo minuto anche di Pizarro (mal di schiena), in questo momento gli unici insostituibili, la squadra appare confusa, lenta e prevedibile, così come nel primo tempo contro il Fulham giovedì (quando Pizarro era in panchina).
Ranieri "mischia le carte" schierando Faty dall'inizio nel ruolo inedito di trequartista incursore e spostando Perrotta, che quel ruolo lo ricopre da qualche anno, a centrocampo. Una mossa che forse doveva confondere Cosmi, ma
ottiene l'effetto contrario confondendo i suoi.
Solo un'occasione per la Roma nel primo tempo, negata da De Lucia a Perrotta e poi la fiammata di Tavano che poi esulta in maniera strana...
Nel secondo tempo Ranieri corre ai ripari
inserendo Guberti al posto di Menez, scelta a parer nostro discutibile al pari di Faty trequartista, non per il subentrato, ma per il sostituito, a nostro avviso non più colpevole di altri della situazione di svantaggio. Guberti si da subito da fare e sulla sinistra sembra devastante, ma l'imprecisione di Vucinic vanifica molte delle intuizioni dell'ex barese. Ci prova il montenegrino, ma fallisce tutto quello che tenta a fare. L'atteggiamento di Vucinic appare sconcertante e i pubblico dopo l'ennesimo gol fallito (un "rigore in movimento" solo davanti alla porta) lo inizia a fischiare ad ogni tocco di palla. Non lo sostituisce Ranieri, da bravo psicologo, ma lo mantiene in campo affiancandogli invece Baptista, in sostituzione di Faty. Ma le cose non cambiano per un risultato che al termine della partita ci consiglia un titolo come quello della locandina: SE NON TORNA IL CAPITANO.. SO' CAZZI !
LA ROMA NON MOLLA MAI
Una Roma che non demorde, che ci crede fino alla fine, che se il giusto recupero viene accordato dall'arbitro dopo i 90' (vero Rosetti?) prova a sfruttare fino all'ultimo secondo per fare risultato. Andreolli al 93' pareggia stasera, ma non è la prima volta che accade quest'anno. Prima di questa sera abbiamo vinto a Siena (Riise al 90'), pareggiato a Palermo (Totti su rigore all'89') ed a Catania (De Rossi al 92'). Anche se solo a Catania abbiamo pareggiato in pieno recupero, nelle altre due occasioni le reti sono arrivate quasi allo scadere dei 90'.
È grande la caparbietà di questa Roma, che assomiglia sempre di più al suo allenatore e le parole di Ranieri a fine partita: "La Roma è una squadra che non molla mai..." ci fanno ben sperare per il futuro. Quello che abbiamo sempre detto da qui, quello che secondo noi mancava alla Roma di Spalletti, anche a quella più straordinaria, erano proprio il carattere, la grinta, la caparbietà, la determinazione. Tutte cose che Ranieri sta piano piano inculcando nella testa dei giovanotti a sua disposizione e sembra che i frutti si iniziano a vedere.
LA PARTITA
Un primo tempo da dimenticare.
Squadra confusa, sconclusionata, mai pericolosa e quasi in balìa di un'avversaria che farebbe fatica a sopravvivere nella zona salvezza nel nostro campionato. Di contro, un Fulham che pressa con efficacia a tutto campo e mostra sì grandi doti fisiche, ma niente di più. Il gol degli inglesi al 23' è un regalo di Doni che nell'area piccola (la SUA area) si fa anticipare di testa dal corazziere norvegese Hangeland. Predominio inglese, ma tutto sommato pochi rischi per la Roma, vista la pochezza tecnica degli avanti del Fulham.
Nel secondo tempo si cambia musica.
Al ritorno in campo Ranieri sostituisce Brighi e Okaka con Pizarro e Perrotta. Nuovo assetto tattico, con Menez unica punta e i centrocampisti che a turno provano ad inserirsi. Le geometrie di gioco e la lucidità mentale del cileno cambiano completamente il corso della partita. Adesso in campo c'è solo la Roma e il Fulham si limita a controllare e ripartire in contropiede.
Entra anche Vucinic al 18' al posto di Taddei, per dare una mano la davanti al "centravanti" Menez, autore di una buona prestazione, ma troppo solo anche secondo noi. Ad un quarto d'ora dalla fine Riise viene atterrato in area da Kelly. Rigore ed espulsione. Menez si incarica di battere il penalty, ma Schwarzer (il portiere australiano battuto su rigore da Totti ai mondiali 2006: Italia-Australia 1-0) intuisce e para tuffandosi alla sua destra.
Dalla faccia del francesino traspare lo sconforto, ma ci pensano i compagni e Ranieri a rincuorarlo. Menez ci prova ancora dopo qualche minuto, con un tiro da fuori, ma senza fortuna. Quella fortuna che arride gli audaci e che ci arride alla fine, quando in pieno recupero Pizarro batte l'ennesimo calcio d'angolo, con la palla che dopo una deviazione di testa, arriva sui piedi di Andreolli il quale stoppa di petto e spedisce in rete per un pareggio strameritato.
Brava Roma!
È FINITO IL BASSO PROFILO?
Dopo anni di torti subiti, per comodità pensiamo solo agli ultimi due, quelli della gestione Rosella per intenderci, arriva una "lettera aperta" pubblicata sul sito ufficiale AS ROMA. Quell'inizio “Sono furiosa, anzi furibonda, e credo di non essere la sola in questi giorni a Roma..” potrebbe sembrare più un tentativo di accattivarsi il consenso di una tifoseria sempre più "contro" piuttosto che un prendere posizione contro i poteri forti del calcio. Ma forse è solo una nostra impressione...
La lettera si chiude con “...il tempo del profilo basso è finito e sono decisa a farmi sentire nei modi e nelle sedi opportune”.
Ci sono riferimenti ai torti arbitrali subiti negli anni, alle battaglie condotte dal padre, allo scudetto perso a 45' dalla fine a Catania, che ci fanno pensare ad un'inversione (finalmente) di tendenza nella gestione, salvo poi fare marcia indietro dicendo: "sono sicura – anzi sicurissima – che non ci troviamo più in dinamiche scabrose come anni fa..." Noooo.... ma siamo sicuri che il tempo del profilo basso è finito?
Noi la sicurezza di non trovarci nelle "dinamiche scabrose" di qualche anno fa, non ce l'abbiamo. Sbaglieremo noi.
Che dire... speriamo che nelle sedi opportune il tono deciso di queste parole sia surrogato dai fatti.
Daje Rosella Daje !!!
ALZI LA MANO CHI NON LO SAPEVA
Eravamo sicuri che questa partita avrebbe segnato il rilancio, o quantomeno non un altro stop del Milan in campionato e che l'arbitro designato dal "super partes" Collina (super partes è una battuta, per chi non l'avesse capito), quel Rosetti a noi tristemente noto, avrebbe avuto una parte fondamentale nel suddetto progetto.
OK, fa male la Roma che non chiude la partita nei primi 45', segnati da un predominio assoluto e culminato in diverse occasioni nitide per (almeno) raddoppiare. Ma perchè la Roma deve segnare sempre 3 gol per essere sicura di non perdere?
LA PARTITA
Non gioca il Capitano, maledizione! Il ginocchio ancora non va e dobbiamo purtroppo farne a meno in quella che è la "sua" partita. In coppia con lo straripante Menez visto stasera, avrebbe incantato di sicuro e ce ne saremmo fregati di Rosetti e del suo arbitraggio scandaloso.
E invece, ancora una volta a Milano, anzichè raccontare delle meraviglie del Capitano, dobbiamo parlare di un arbitraggio spudoratamente a senso unico
per tutta la partita, con due pesi e due misure sempre e costantemente a favore della squadra di casa. Diversi gli episodi contestabili, su tutti il rigore sacrosanto negato nel primo tempo a Menez sull'1-0, arrivando a quello quantomeno discutibile (per non dire inesistente) accordato al Milan, passando dalla mancata espulsione di Nesta per fallo da ultimo uomo su Okaka (se non è chiara occasione da gol trovarsi a "tu per tu" col portiere..), a quella non comminata a Pirlo per una gomitata da "prova televisiva" su Menez prima dell'uscita dal campo del francese, finendo coi "regali scientifici", arrivati a risultato ottenuto e che fanno parlare gli idioti di "...errori da una parte e dall'altra" spostando così l'attenzione da quello che era il vero proposito-obiettivo.
Regali scientifici come l'espulsione "regalata" ad Ambrosini a 10' dalla fine, cosa che andava semmai fatta nel primo tempo dopo un fallaccio su De Rossi e una serie di "Vaffa" rivolti all'arbitro, documentati in maniera assolutamente marginale e mai commentati o giudicati dai baroni e dai soloni dell'informazione, così come invece sarebbe avvenuto se il vaffanculista fosse stato Totti (tanto per fare un nome a caso...).
Scientifico il regalo rappresentato dal fallo (inesistente su Burdisso) fischiato a Inzaghi, lanciato a rete per quello che sarebbe stato il più facile, anche se immeritato dei 3-1.
Scientifico anche il recupero: 3 minuti considerando che ne sono stati persi almeno il doppio in occasione del rigore e dell'espulsione di Ambrosini...
Risutato finale: Rosetti batte Roma 2-1. Che schifo.
ANCHE RANIERI SI INCAZZA
Passi il nostro giudizio, magari influenzato dal tifo, passino le parole forti dei giocatori della Roma a fine gara, passi lo sfogo di Pizarro che con un pugno sfascia il tabellone usato da sfondo per le interviste TV, ma se un uomo unanimemente giudicato persona equilibrata e di buon senso, usa parole come "è una vergogna!", "...l'hanno visto in tutto il mondo", "...i ragazzi mi hanno detto che già lo sapevano.." dovrebbe far riflettere un po' tutti, su quello che succede nel campionato italiano...
Triste ammetterlo, ma aveva ragione Cassano ...di CORNUTO si tratta.
UN CAPITANO, C'È SOLO UN CAPITANO ! Nessuno si senta offeso, ma se pure qualcuno si offende... CHISSENEFREGA!
La vittoria cercata e trovata da una Roma non bella, ma sicuramente concreta, porta la sua, anzi le sue firme. Due gol scacciapensieri, dopo l'inimmaginabile gol regalato da Lobont a Lavezzi, due gol che lo portano a quota 184 in serie A, la stessa cifra toccata da Batistuta. Da oggi, insieme al bomber argentino, occupa l'ottavo posto nella classifica dei goleador di sempre. Prossimo obiettivo adesso è Signori a quota 188.
Non ha festeggiato il Capitano, perchè dopo il secondo gol (il n° 184) si è portato fuori dal campo per sottoporsi alle cure dei massaggiatori ed è rientrato dopo circa 10' con una vistosa fasciatura al ginocchio, solo per non lasciare la sua Roma in 10 (Ranieri aveva esaurito le tre sostituzioni).
La notizia più bella di oggi quindi, non è stato il risultato finale di Roma Napoli, ma il comunicato giunto in serata da Villa Stuart: "Iperestensione del tendine rotuleo", la diagnosi dopo la risonanza magnetica effettuata. Quindici-venti giorni lo stop previsto per il Capitano.
Giunge propizia, a questo punto, la sosta per la nazionale.
Propizia per il Capitano, ma anche per Ranieri, che avrà a disposizione due settimane per lavorare con la squadra, recuperare qualche acciaccato e perfezionare alcune (molte) cose.
VITTORIA SENZA PROBLEMI
Dalla squadra che guida il campionato in Bulgaria, niente a che vedere con l'altra squadra di Sofia, quel Levski strapazzato dalla lazie oggi, ci saremmo aspettati un po' di più. Avversaria sopravvalutata probabilmente anche dai nostri, viste le premesse e le parole non proprio rassicuranti
pronunciate da Ranieri alla vigilia. L'allenatore, forse nell'intento di stimolare i suoi ed evitare i soliti endemici cali di tensione-attenzione, aveva parlato di squadra difficile, ben messa in campo e che ci avrebbe dato del filo da torcere. Un grande psicologo il nostro Ranieri. Ha capito, secondo noi, la psicologia dei suoi e si regola di conseguenza.
Per carità, una squadra onesta, ma decisamente al disotto delle aspettative, questo CSKA. Una Roma più concreta, più cattiva e più affamata di questa, stasera avrebbe sepolto sotto una valanga di gol i malcapitati bulgari. E soprattutto, una Roma più attenta, meno sciupona e più concentrata, non avrebbe mai rischiato di prendere il gol che avrebbe riaperto la partita e anche qualche vecchia ferita...
Detto questo, ci piace comunque sottolineare la sufficiente prova della squadra, che anche se a parer nostro non funziona ancora bene, porta a casa tre punti d'oro senza troppi affanni. Buone soprattutto le prove di alcuni: Burdisso monumentale a nostro avviso, ma anche ottima la regìa di Pizarro, il dinamismo di Perrotta e la grande generosità di Okaka.
Andiamo avanti.
MA CHE ROMA È ?
Come dice De Rossi a fine partita: né carne né pesce. Un ibrido esattamente a metà tra quello che voleva Spalletti e quello che adesso chiede Ranieri. Dei due modi di intendere calcio, dice, non riusciamo a metterne in pratica uno.
Una squadra
senza idee, quella che abbiamo visto noi, svuotata anche di quel barlume di vis pugnandi che nelle ultime uscite ci aveva un po' illusi tutti, sulle gambe come un pugile sfiancato dal "lavoro al corpo" del suo avversario, in balìa delle intemperie e di un Catania che per valori in campo non dovrebbe dare troppi pensieri.
E invece, eccola qua la Roma di oggi. Squadra senza nerbo (ci siamo stancati di dire "squadra senza palle") che dopo le incoraggianti ultime prove, sotto il profilo del temperamento e dell'approccio alla partita, inverte la tendenza e compie un clamoroso e per certi versi inaspettato passo indietro.
Secondo noi il problema è essenzialmente fisico. Se le gambe non girano, anche la testa fa fatica. Forse sarebbe il caso di cercare le cause della quasi debacle, in una preparazione non proprio eccelsa, o nell'ormai evidente "spompaggio" (o esurimento fisico, che dir si voglia) di alcuni... forse.
Non a caso (la stessa cosa capitava anche l'anno scorso con Motta appena arrivato) Burdisso, l'ultimo arrivato in casa Roma, ci sembra quello fisicamente più "attivo" e più in forma di tutti. Lui non ha fatto la preparazione estiva con la Roma e soprattutto, non viene da 4 stagioni a 300 all'ora... potrebbero essere due indizi? Meditiamo...
SOLITA CATANIA
Alla fine, solita gazzarra a Catania. Solito indecente comportamento degli "addetti ai lavori", soliti non autorizzati che sostano minacciosi a bordo campo, solito "pubblico" che non perde mai occasione per dimostrare tutto il proprio odio verso la Roma, solite lamentele con l'arbitro, stavolta per una decisione errata del guardalinee: il calcio d'angolo assegnato alla Roma sul quale De Rossi arriva al pareggio, sembrava non esserci. Ma si trattava di un semplice calcio d'angolo, non di un rigore, né di un gol in fuorigioco. Pulvirenti parla di "comiche" e per protesta, i giocatori non volevano centrare la palla dopo il pareggio... Che poveracci. Saccani non è stato sicuramente all'altezza della situazione oggi, come in altre occasioni del resto, ma sicuramente non ha arbitrato a senso unico.
Molte sarebbero le situazioni nelle quali in un modo o nell'altro Saccani ha favorito il Catania, ma non ci interessa parlarne. Ci piace invece la faccia di alcuni "addetti ai lavori" e la loro rabbia per una partita che pensavano di aver vinto, ma che è stata loro scippata dalla Roma più scarsa di questa stagione. CHE GODURIA !
La nostra speranza è quella di non vedere più questo campo in serie A.
...MA ANCHE LE SOLITE INGENUITÀ
Ben predisposta anche oggi la Roma. Qualcosa deve proprio essere cambiato nella testa dei nostri, grazie alla cura Ranieri che sta iniziando a fare effetto. L'atteggiamento in campo anche stasera ci sembra decisamente positivo, niente a che vedere con quello mostrato nelle prime due di campionato, ma le solite ingenuità e un campo al limite della praticabilità, ci "condannano" ad un pareggio che ci va un po' stretto. La pioggia incessante è stata la vera protagonista stasera. Un acquazzone esagerato si abbatteva su Palermo prima, dopo e soprattutto durante la partita.
Un campo ridotto ad una risaia, perlomeno in certe zone, ci ha visto affrontare i padroni di casa a
viso aperto, pur nelle enormi difficoltà del giocare (noi e loro) nel pantano, offrendo tutto sommato una prestazione degna delle attese. Alla fine ci prendiamo il pareggio, ma con il rammarico di aver visto le solite, ataviche amnesie difensive e di concentrazione.
Il gol su rigore del Capitano, ad una manciata di minuti dal termine, ci salva da una sconfitta immeritata, maturata in circostanze a dir poco rocambolesche.
LA PARTITA
In vantaggio dopo 20', grazie alla solita straordinaria magìa del Capitano, che di tacco (nonostante il pantano) libera Brighi a tu per tu con Rubinho, per il più facile dei gol. Altre occasioni prima e dopo, per una Roma che sembra ben controllare le operazioni. Al 40' una fiammata di Miccoli, imprendibile oggi e autore di una buonissima prestazione, supera Julio Sergio, ma la palla rimane impantanata sulla linea di porta. L'equilibrio precario non aiuta Burdisso nel rinvio, con la palla che finisce sul palo e poi sui piedi dell'accorente Budan, che realizza a porta vuota. La Roma ha il merito di non disunirsi e di ripartire. Dopo 5' arriva il bel gol di Burdisso, che raccoglie di testa in tuffo, il calcio d'angolo di Pizarro.
È il 45'.
A questo punto una squadra "quadrata" controllerebbe le operazioni, manderebbe magari la palla in tribuna, farebbe passare i 2' di recupero e andrebbe negli spoglatoi in vantaggio... ma la Roma non è ancora una squadra quadrata. Passa poco più di un minuto e il solito Miccoli, complice una difesa completamente in bambola, raggiunge il pari.
Il secondo tempo vede subito un Palermo più volitivo e una Roma in balìa delle intemperie e dell'avversario. Il gol di Nocerino dopo 11' è la giusta conseguenza.
Da lì in avanti però, è solo Roma. La squadra di casa si chiude nella propria metà campo, per ripartire in contropiede. Rischia un po' la Roma, ma mantiene il pallino del gioco. Le sostituzioni di Faty per Brighi e di Motta per Cassetti, penalizzano un po' la fase difensiva, ma danno sicuramente più forza agli attacchi giallorossi. Al 35' Ranieri rinuncia a quello che secondo noi è stato insieme a Totti il migliore in campo: Pizarro e gioca la carta Okaka. Il giovanotto entra subito in partita e fa a "sportellate" con tutti. Un bel lancio di De Rossi in area proprio per lui, costringe Rubinho ad un'uscita scomposta che costa il rigore e l'ammonizione al portiere. Bravo Okaka!
Sul dischetto il capitano non sbaglia e la Roma può festeggiare il meritatissimo pareggio. Dopo il gol del Capitano, emblematica l'inquadratura su di lui e Taddei
che chiedono alla panchina: "Quanto manca?"
Volevamo (e potevamo) vincere... peccato, ma lo spirito ci piace. Daje Roma!!
...MA UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA Una partita strepitosa come da queste parti non se ne vedevano più da mesi. 85' di dominio assoluto, lasciando solo gli ultimi 5' più recupero ai malcapitati viola. Roma bellissima in tutti gli 11 (i gladiatori). A fine partita non riusciamo a trovare uno di loro (i gladiatori) che non meriti almeno un 7 in pagella. Tre gol, che potevano essere anche di più, ma che suggellano in ogni modo una prestazione sontuosa sotto tutti i profili. L'unica "sbavatura" se vogliamo trovarne una, arriva al 39' del secondo tempo, quando un avventato retropassaggio di Perrotta (autore anche lui di una partita straordinaria), libera Gilardino che realizza il gol della bandiera per i viola.
Roma bellissima quindi, che sembrerebbe essere tornata quella dei vecchi tempi, vorremmo dire. Ma oramai avendone viste tante, sappiamo bene che una rondine non fa primavera... Per cui, non ci esaltiamo, ma attendiamo conferme dalle prossime uscite.
Sia chiaro, con la travolgente vittoria di oggi, avete solo dimostrato che se volete, sapete correre, lottare e soffrire, oltre che giocare un calcio fantastico. Avete dimostrato che, se volete, sapete essere gli 11 gladiatori invocati dall'allenatore nella conferenza stampa di sabato. Avete dimostrato che, volendo, riuscite ad essere una squadra di carattere; una squadra che predilige sì il fioretto, ma all'occorrenza sa usare bene anche la clava.
Ma avete anche dimostrato che c'è stato bisogno delle parole pungenti di Ranieri alla vigilia, per vedere finalmente una reazione da squadra con le palle.
BELL'INIZIO, COMPLIMENTI !
Ferma restando la legge del calcio che "la palla è rotonda" e che quindi anche i più forti possono soccombere di fronte ai più deboli... c'è sicuramente un limite!
Vergogna! Una vergogna che comprende tutti, dai "piani alti" della società, colpevoli a nostro avviso di disorganizzazione cronica e di inesistenza congenita, all'ultima delle riserve di una squadra nella quale non riusciamo più a identificarci. Una vergogna che in questo momento proviamo noi tifosi, debilitati dalle prestazioni sconcertanti dei nostri "beniamini", ma che non sembrano provare i "prodi" che scendono in campo per "difendere" i nostri colori. Le virgolette, come al solito, non a caso. Solito atteggiamento, inesistente grinta, in balìa di un'avversaria che farebbe fatica a sopravvivere nella nostra serie B, ma che contro di noi sembra "galattica". Roba da non credere.
Il compito di Ranieri si fa ancora più arduo. L'allenatore è già arrivato alle conclusioni del suo predecessore Spalletti, sostenendo che questa squadra pensa troppo ai tacchetti e poco alla sostanza. Secondo noi sono le PALLE che mancano.
RANIERI, "BUONA" LA PRIMA
Nella gara d'esordio per Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa, alla terza giornata di campionato, arrivano finalmente i primi tre punti. Poco spettacolo e molta sostanza, chiedeva il nuovo allenatore alla vigilia e perlomeno per la prima delle sue due richieste è stato accontentato. Una Roma piuttosto minestrara, quella di oggi nelle intenzioni del nuovo tecnico: centrocampo "robusto" (Brighi centrale insieme a De Rossi, Perrotta e Taddei esterni e Pizarro trequartista dietro Totti unica punta) e difesa più solida e meno "evanescente" (almeno nelle intenzioni) con la ritrovata coppia centrale Juan-Mexes e con Burdisso a sinistra e Cassetti a destra, a "presidiare" le fasce.
Dopo un quarto d'ora, l'infortunio a Brighi costringe l'allenatore a cambiare le carte, riportando Pizarro al centro e inserendo Baptista dietro Totti. Della mossa tattica sembra giovare il solo Pizarro, finalmente libero di giostrare e disegnare gioco, ma non la squadra che invece risulta essere stranamente "imballata" e terribilmente immobile. Inesistente il gioco sulle fasce, con due terzini preoccupati più di contenere che di offendere, ci si affida a tentativi di "sfondamento" centrali, ben contrastati dall'ammucchiata umana predisposta da Giampaolo. Il Siena sembra infatti controllare agevolmente le mosse giallorosse, rintanandosi nella propria metà campo, per ripartire velocemente in contropiede. E proprio uno di questi libera Maccarone sulla sinistra d'attacco (la zona "presidiata" da Cassetti), che in velocità si trova a tu per tu con Mexes. Big Mac si libera del francese e scarica un sinistro terrificante che Julio Sergio può solo raccogliere in fondo alla rete.
Sembra l'inizio di un'altra disfatta.
C'è tempo per qualche altro contropiede senese e per qualche tentativo giallorosso, ma niente di commentabile. Si va negli spogliatoi sotto di uno, ma stranamente convinti di riparare.
Al rientro in campo, stessi atteggiamenti
tattici. Le vere svolte le danno i cambi: al 16' Riise per l'esausto Juan (con Burdisso che torna a fare il centrale) e soprattutto al 26' Vucinic per l'evanescente Baptista. Dopo 2' Pizarro lavora un bel pallone a sinistra, lanciando per Totti dall'altra parte; tocco al volo del Capitano al centro per Mexes e gol del francese che ripara così all'incertezza sul gol di Maccarone.
Con Vucinic lì davanti a sinistra a dare una mano al Capitano è tutta un'altra cosa! Il Siena adesso mira solo a contenere. Un altro fallo di Codrea su Totti punito da Damato col secondo cartellino
giallo (il rumeno era già stato graziato qualche minuto prima) a cui fa seguito l'inevitabile rosso, fa imbestialire Giampaolo e l'educatissima tifoseria senese, che da qui in poi se la prende (a dire il vero l'ha fatto per tutta la partita) con De Rossi, dedicandogli cori vergognosi e irripetibili.
C'è spazio ancora per altri tentativi giallorossi che portano all'epilogo più giusto (checchè ne dica il prode Giampaolo). Un altro fallo su Totti al limite dell'area e punizione di cui si incarica Riise. Dal suo piede sinistro parte un missile terra-aria che avrebbe disintegrato qualunque arto o parte di corpo umano si fosse frapposta tra lui e la rete. Curci intuisce il pericolo e sfiora appena il pallone, che inesorabilmente si insacca alle sue spalle. 2-1 e primi tre punti in cascina! Niente di nuovo se non nel risultato, dopo due sconfitte arriva la prima vittoria. Pochi i progressi, ma l'importante era ottenere un risultato positivo, invertire la tendenza. Vedremo le prossime.
Se è vero che "Chi ben incomincia è a metà dell'opera..."
IMBARAZZANTE GIAMPAOLINO
Crolla anche il mito Giampaolo. Allenatore non proprio sulla cresta dell'onda, ma per noi sicuramente al di sopra della media per il gioco che sa dare alle sue squadre, cosa che lo ha addirittura accostato in estate a panchine molto importanti e per un comportamento (finora) a parer nostro irreprensibile. Per quanto ci riguarda però, le sue esternazioni di oggi ai microfoni delle tv del dopo partita, lo retrocedono inesorabilmente nella nostra considerazione: non più al di sopra della media quindi, ma decisamente nella media e forse anche qualcosina sotto...
Si è lamentato del comportamento di Totti e De Rossi, in particolare, rei di aver "condizionato" l'atteggiamento dell'arbitro per tutti i 90'. Condizionato a tal punto il povero Damato, che ha "dovuto" espellere per somma di ammonizioni il povero Codrea (sembra che proprio De Rossi abbia ricordato all'arbitro che il rumeno era già ammonito) dopo l'ennesimo fallo su Totti, ad un quarto d'ora dalla fine, "spianando" di fatto la vittoria alla Roma. Hai capito che condizionamenti...
A parte
il fatto che la vittoria è arrivata con un calcio di punizione e non con un contropiede "4 contro 2", perchè in Siena aveva un uomo in meno, ci sarebbe piaciuto, tanto per fare un esempio, che certe esternazioni sui "condizionamenti psicologici", sulle "sudditanze" patite dagli arbitri, il prode Giampa le avesse fatte l'anno scorso, quando perdeva contro l'Inter (una a caso) grazie ad un gol in fuorigioco di Maicon convalidato da De Marco, uno che sicuramente non ne patisce proprio di "condizionamenti psicologici", vero Giampa'?
SPALLETTI S'È DIMESSO, LA ROMA A RANIERI
Luciano Spalletti da Certaldo, colui che senza alcun dubbio possiamo considerare tra gli allenatori migliori della storia della Roma, oggi ci lascia.
Non ha aspettato il licenziamento, l'umiliazione del ben servito, cosa che comunque gli avrebbe garantito lo stipendio anche standosene comodamente a casa, ma ha (forse) anticipato le mosse della società. Di una dirigenza che per forza di cose non può dimettersi in blocco (cosa che da queste parti auspichiamo da tempo), ma che deve necessariamente trovare un capro espiatorio in questa situazione, uno su cui far ricadere tutte le colpe.
Colpe ne ha sicuramente anche lui, ma tante, tante, tante, tantissime di più ne ha questa dirigenza, incapace di programmare, di organizzare, di far funzionare un giocattolo sì complicato, ma non così impossibile da gestire. Una dirigenza che con una gestione a dir poco dilettantesca, in meno di un anno ci ha fatto tornare ad essere la "rometta", con buona pace dei potenti del nord e dei "poteri costituiti" contro cui per tanti anni abbiamo lottato. Una dirigenza "tera tera" come si dice a Roma, o come l'abbiamo definita noi "ajo e ojo" per il suo modo (a parer nostro) superficiale, incompetente, di gestire tutte le situazioni. Avremmo tanto da dire, molto da criticare a riguardo, ma oggi protagonista e meritevole dei nostri pensieri e delle nostre parole è solo lui: Luciano Spalletti.
Nella speranza di veder presto ben altre dimissioni a Roma, magari ai piani più alti, vogliamo salutare Luciano Spalletti, l'uomo che ha riportato la "normalità" a Trigoria, grazie ai suoi insegnamenti, al suo lavoro, alla sua ricerca dei "comportamenti giusti".
L'allenatore che ci ha fatto sognare e camminare a testa alta in Italia e in Europa. Con lui abbiamo vinto 2 coppe italia e 1 supercoppa italiana. Con lui per tre volte siamo giunti secondi (la prima per effetto delle sentenze di calciopoli) in campionato. Con lui in Champions League per ben due volte tra le prime 8 d'Europa, abbiamo vinto a Madrid, a Lione e abbiamo strapazzato il Chelsea. Con lui abbiamo cancellato il tabu di Milano, dove rimediavamo solo batoste e dove grazie a lui, negli ultimi anni abbiamo vinto ripetutamente contro entrambe le formazioni di casa. Con lui abbiamo stabilito il record delle 11 vittorie consecutive. Con lui nella finale di andata di coppa Italia abbiamo strapazzato 6-2 i campioni d'Italia. Con lui ci sarebbe piaciuto continuare l'avventura, magari con un'altra dirigenza e qualche buon giocatore in più.
Ciao Lucia' è stato bello averti con noi. Ti ringraziamo per tutto quello che di buono ci hai dato e ti perdoniamo gli errori che hai commesso. L'augurio è quello di vederti presto seduto su di un panchina importante, soprattutto con un presidente migliore e magari tra un po' di tempo , quando le cose saranno cambiate (in meglio), di nuovo con noi.
IL GIOCATTOLO S'È ROTTO
La nostra è una sensazione, niente di più, non abbiamo conferme oggettive, (o forse non vogliamo vederle) ma da quello che s'è potuto notare anche oggi in campo (squadra molle e mai determinata, con una atteggiamento sufficiente, a tratti indisponente, che ci fa presumere un disaccordo neanche troppo velato con l'allenatore) e soprattutto da quello che s'è sentito dopo (dichiarazioni sibilline della dirigenza e di Spalletti), l'avventura dopo appena due giornate (e 0 punti!) sembra essere già terminata. Disaccordo dunque tra allenatore e dirigenza, con botte e risposte continue, più o meno velate, attraverso i mezzi d'informazione. Disaccordo tra allenatore e giocatori, rimproverati anche oggi nella conferenza stampa di fine partita, per la scarsa vis pugnandi e per la solita esagerata leziosità. L'idea che ci frulla nella testa è quella di uno Spalletti stanco di questo ambiente e di questa società, che tutto sembra tranne che formata da professionisti. Un'organizzazione, quella di casa Roma, che anche a parer nostro è inesistente, troppo assente nelle occasioni importanti, sempre accondiscendente verso i potenti, mai fuori dalle righe, sempre allineata, ma soprattutto priva di mezzi economici per competere a grandi livelli e priva di programmi a media-lunga scadenza per sopperire all'atavica "mancanza di fondi".
LA PARTITA
Lasciamo da parte le scelte "particolari", per non dire incondivisibili, effettuate da Spalletti nella formazione anti-juve. In primis quella del portiere, quel Julio Sergio già definito dal nostro Lucianone "il miglior terzo portiere d'Italia", a lasciar intendere all'epoca che di vera pippa si parlava, salvo schierarlo poi in una partita così importante... (l'intento oggi forse era quello di dare un segnale alla società?) e poi Perrotta, al rientro dall'infortunio patito durante il ritiro a Brunico, schierato dal primo minuto (!?) boh!
Nel complesso, molto "fosforo" e poca "manovalanza" come al solito, per la Roma.
La Juve di Ferrara invece, concreta e tosta, così come Spalletti vorrebbe la sua Roma, vive sì degli sprazzi di classe di Diego, ma soprattutto della forza di Felipe Melo, del sacrificio di Amauri e Iaquinta e dell'abnegazione di un gruppo solido e caratterialmente "ben predisposto" alla lotta. Tutte qualità che vorremmo vedere alle nostre latitudini, invece dei tacchetti d'autore...
LA REGOLA DEL 7
Premessa la scarsa qualità dell'avversaria e l'enorme differenza di valori in campo che ne consegue, premesso che non si è giocato in una sperduta località tra le montagne, su un campo di patate, ma all'Olimpico di Roma, premesso che quella di oggi è la quinta partita ufficiale della stagione e forma fisica e intesa sono senz'altro a buon punto, il risultato non deve meravigliare, né esaltare più di tanto. Sette gol, tutto considerato ci stanno tutti. Potevano essere almeno il doppio, ma errori sottoporta e miracoli del portiere hanno impedito che il risultato finale facesse gridare al record!
La regola del 7 ci accompagna nelle gare di ritorno di questi preliminari di Europa League. Sette gol al Gand e sette al Kosice. Tra andata e ritorno 10 gol ai belgi e 10 agli slovacchi. Dei 20 gol totali, 10 portano la firma del Capitano... scusate se è poco.
Come premesso però, non esaltiamoci più di tanto. Questi due turni preliminari dovevano fungere da allenamento per le prossime ben più impegnative sfide. Non è ancora perfetta questa Roma, diverse sono ancora le cose da mettere a posto. Occore farlo prima possibile, perchè le prossime avversarie in Europa, ma anche e soprattutto in Italia, non saranno queste... Importante sarà avere a disposizione tutti i titolari.
A CHE SERVE IL GIOCO?
Una partita certo non dominata, ma sicuramente ben giocata dalla Roma, la quale per quanto fatto vedere in campo stasera non meritava assolutamente di perdere.
Gli errori di Morganti incidono pesantemente sul risultato, errori ancor più gravi perchè ripetuti, inesorabilmente nella stessa direzione, in maniera quasi... scientifica (?).
Qualche esempio:
un
Menez a tratti imprendibile stasera, oggetto di falli fin dal primo minuto, senza che mai uno straccio di cartellino giallo fosse stato mostrato al picchiatore di turno;
lancio di Totti per Cassetti, l'esterno entra in area, ma cade in seguito ad una spinta di Rossi: rigore non concesso;
un paio di fuorigioco quantomeno "dubbi" (nel dubbio il regolamento dice di "lasciar proseguire l'azione") fischiati a Taddei prima e a Menez dopo;
nemmeno un'ammonizione per Crespo, che in tre occasioni chiede il rigore simulando spudoratamente esibendosi nella sua specialità: il doppio salto mortale carpiato con avvitamento a destra;
punizione assegnata al Genoa (dal quale scaturirà il gol di Zapater) per inesistente fallo di Andreolli su Juric. Il difensore giallorosso prende chiaramente la palla;
la ciliegina sulla torta: mancata espulsione di Biava (già autore di falli su Menez), per "placcaggio" da ultimo uomo su Menez lanciato a rete. Proprio quel Biava che dopo 8' raccoglie la respinta di Artur su tiro di Sculli e segna il 3-2.
Allora? Possiamo essere incazzati o no ?!?!?
MORGANTI ANCORA...
Un arbitro che proprio non ci piace, con quel suo stile "calcio inglese" nell'arbitrare, quel suo "lasciar correre" e quel "far giocare" ogni volta, ma di questo avviso sicuramente non sono tutti (designatore in primis). Senza scomodare tesi di complotti o congiure (non ancora...), ci limitiamo a pensare che questo arbitro proprio non ci piace. Un modo di dirigere, il suo, che facilita la squadra che per caratteristiche ricorre al "fallo tattico", o al "piccolo fallo sistematico" (quello che interrompe l'azione dell'avversario senza fargi troppo male), ma penalizza la squadra che gioca pulito e pressa senza ricorrere sistematicamente al fallo per interrompere l'azione o la ripartenza avversaria, in pratica: con Morganti ci rimette la squadra che gioca a calcio!
Siamo stanchi di Morganti, uno che con le sue decisioni ci ha condannati anche in passato, ma continuiamo a trovarcelo di fronte e continuiamo a doverlo contestare. Contestiamo noi, contesta Pizarro dagli spogliatoi a fine partita, ma... non contesterà di sicuro la società, che invece siamo certi provvederà a redarguire il cileno, reo di aver invocato l'aiuto della sua presidente presso le sedi istituzionali... che tristezza.
SITUAZIONE PREOCCUPANTE
Problemi in difesa, con Andreolli a nostro avviso ancora non pronto per palcoscenici importanti e con Motta ben propenso in avanti, ma assolutamente poco efficace nel difendere. Mettiamoci Mexes che non può sempre tirare lui la barca. Mettiamoci Juan perennemente indisponibile salvo poi tornare abile e arruolabile in occasione delle convocazioni in selecao... Mettiamoci un portiere che para solo il parabile e che, soprattutto, non sembra dare sicurezza ai compagni (dalla sua oggi solo un intervento su Novak a 2' dal termine, che ci salva dal 4-3).
Dei cinque "addetti alla difesa" visti in campo oggi, strappano a stento la sufficienza i soli Mexes e Riise.
La cosa ci preoccupa non tanto per il ritorno di Europa League con questi modestissimi slovacchi, ma per le prossime sfide di campionato (Genoa fuori e Juve in casa), quando i nostri paladini dovranno vedersela non con sconosciuti calzolai tipo Milinkovic o Novak (che tra l'altro oggi hanno colpito 3 volte!), ma contro ben altri avversari dei quali non facciamo i nomi per non rovinarci la vita nei prossimi giorni...
Della partita poco da dire, troppa la differenza di valori. Da una parte una squadra di serie A, dall'altra la squadra dell'oratorio. Detto questo la differenza sulla carta non si è tramutata, come logica avrebbe voluto, in un risultato tennistico a nostro favore, ma in un pareggio che ci umilia nel profondo.
Colpe non solo della difesa, questo ci teniamo a dirlo, ma di un atteggiamento che nel calcio non paga, almeno da queste parti. La sufficienza, la supponenza e soprattutto il credere di aver chiuso i giochi a 20' dalla fine contro gente vogliosa di mettersi in mostra, hanno fatto sì, anche questa volta, che la nostra maglia, i nostri colori, venissero dileggiati e umiliati. Complimenti a tutti!
BREVE PREAMBOLO
In altri tempi, pur considerando la pochezza dell'avversaria, avremmo decisamente enfatizzato un risultato così. 7 gol fuori casa non capitano proprio tutti i giorni. Stavolta non ci sentiamo di farlo, perchè la mente e i pensieri sono ancora rivolti a una vicenda che ci lascia con l'amaro in bocca: la cessione di Alberto Aquilani, romano e romanista al pari di Totti e De Rossi, al Liverpool. Per questioni di bilancio e per ottenere la liquidità necessaria a fare mercato, ci viene detto. L'aspetto economico non ci riguarda, non stiamo qui a fare i conti, non ne sappiamo di borsa, di assets e non ci teniamo a saperne, a noi interessa la squadra, la nostra Roma e quella maglia che ci piacerebbe veder indossata dai campioni.
Per noi Aquilani è un Campione e vederlo andare via è un dispiacere che 7 gol ad una squadra di emerite pippe non può lenire.
ROMA A VALANGA
Un'avversaria non proprio "all'altezza", con tanta buona volontà, ma poca sostanza; un allenatore, quel Preud'homme che ordina ai suoi marcature "rigide" soprattutto su Totti e per quasi tutta la gara, ad ogni punizione, ad ogni ammonizione, se la prende con tutti i componenti della quaterna arbitrale, letteralmente inviperito per non si sa quale torto subìto dalla sua squadra; uno stadio da tornei amatoriali e soprattutto dei tifosi che con un eufemismo giudicheremmo "immaturi", i quali hanno costretto l'arbitro ad interrompere la gara per le loro intemperanze (lanci di bottigliette e quant'altro). Detto questo, le paure per un ritorno annunciato "pericoloso" più per una questione di cassetta forse, che per l'effettiva sostanza del Gand, vengono fugate dalla punizione-gol di Totti al 35'. Un capolavoro balistico, anche se favorito dalla non proprio eccelsa posizione tra i pali dell'insufficiente Jorgacevic.
Il resto del primo tempo scivola via tra i fischi del pubblico per Totti
(che li azzitta con gesto eloquente (vedi locandina), dopo il primo gol) e quelli dell'arbitro ai maniscalchi del Gand. Al 44' l'ammonizione comminata a Suler per l'ennesimo fallo gratuito stavolta su Taddei, diventa espulsione a causa dell'applauso irriverente dello stesso nei confronti dell'arbitro. A quel punto piove di tutto in campo (tutto il mondo è paese) e l'arbitro dopo meno di un minuto, manda tutti di corsa negli spogliatoi.
Prima della ripresa
della partita l'arbitro ordina allo speaker di avvisare il pubblico che eventuali altre intemperanze, segnerebbero la sospensione definitiva della gara e la squalifica (cosa che probabilmente arriverà lo stesso) del campo.
La gara riprende così come era terminata: lanci sporadici di bottigliette e varie dalla curva all'indirizzo di Artur e fischi per Totti ai quali si aggiungono quelli per Taddei, colpevole di aver fatto espellere il maniscalco Suler. E così, senza forzare più di tanto, in una partita che inevitabilmente diventa in discesa, anche perchè il genio in panchina lascia in campo due attaccanti, nonostante la squadra sia in inferiorità numerica,
ne facciamo altri 6 e... buona notte Gand.
30 Luglio 2009 - TUTTO SOMMATO... Considerato che era la "prima" ufficiale dopo il ritiro a Riscone e la preparazione a Trigoria, i tanti indisponibili (Doni, Cicinho, Juan, Aquilani, Perrotta, Baptista e Menez out per infortunio e Vucinic in panchina col mal di schiena) e un'avversaria non proprio arrendevole, alla fine dei 90' possiamo dirci abbastanza soddisfatti. Importante era il risultato e quello abbiamo centrato. Immeritatamente in svantaggio dopo 22' grazie all'unica vera disattenzione difensiva della non proprio collaudatissima coppia centrale Mexes-Riise, nel tentativo di recuperare subiamo anche un paio di pericolose ripartenze dei belgi che potevano costarci care, fallite più per imprecisione loro che per meriti nostri. In mezzo tanta Roma, tante occasioni e quella grinta, quella voglia di riscatto da parte di tutti, che sembra finalmente animare un gruppo atteso da una tifoseria anche oggi fantastica. In 40.000 hanno riempito lo stadio e incitato per tutti i 90' la squadra.
Alla fine 3 pappine e il Gand (o Gent che dir si voglia) torna a casa. Due gol del Capitano: il primo su punizione (assegnato però a Mexes per una sua minima deviazione, anche se ininfluente), il secondo su rigore da lui stesso procurato e uno di Vucinic, entrato nell'ultimo quarto d'ora al posto di Okaka, in tempo per realizzare la sua ennesima perla. Alla fine soddisfatti per com'è andata, ma consci che molto c'è ancora da fare. Daje Roma daje!!!